Quando visitiamo una mostra o un museo spesso ci dimentichiamo che una parte notevole dell’esperienza che proviamo nasce anche dall’allestimento e dall’illuminazione delle opere. La disposizione di quadri e statue, il colore e la posizione delle luci, il modo in cui sono organizzati i percorsi non sono elementi secondari nel godimento dell’arte, ma parti attive delle sensazioni che ogni opera è capace di farci provare.
Insieme a Thomas Pomarolli, Martin Dorfmann è il titolare di dp-art, una ditta che da anni si occupa proprio di questo: progettare, maneggiare e allestire i percorsi espositivi di mostre e musei. Martin e Thomas hanno lavorato per conto di alcuni dei più importanti musei in tutto il mondo, acquisendo una grande esperienza in questo campo. È per questo che abbiamo deciso di far loro alcune domande, per raccontare i segreti di un mestiere che non tutti conoscono.
D: Da quanto tempo siete attivi nel campo dei servizi museali e come avete iniziato a fare questo mestiere?
R: Ho iniziato nel 1992 a Vienna, lavorando per Artex, una ditta specializzata in art services che oggi non esiste più. Due anni dopo, nel 1994, ho cominciato a lavorare a tempo pieno per conto di questa ditta . Lavorando per Artex ho potuto lavorare in Musei di tutto il mondo: dagli Stati Uniti al Canada, dall’Europaalla Russia e perfino in Cina.
Nel 2009, finalmente ci siamo poi messi in proprio nello stesso settore che avevamo frequentato fino a quel giorno.
D: Quali sono i servizi che offrite?
R: Ai nostri clienti offriamo un grande ventaglio di servizi. Innanzitutto ci occupiamo di consulenza e allestimento di mostre d’arte. Poi lavoriamo alla concezione, costruzione e adattamento di vetrine e supporti/piedistalli e simili e loro superfici per uso museale. Il tutto usando materiali speciali (attestato “Oddy test” del British Museum) non dannosi o invasivi per le differenti tipologie di oggetti d’arte e soluzioni per garantire una situazione climatica ottimale per i vari oggetti.
Ci occupiamo della vendita e del montaggio di sistemi di illuminazione per uso museale, la messa in opera individuale degli stessi secondo le singolari esigenze e seguendo standard museali internazionali.
Forniamo servizio di Arthandling e di allestimento mostre permanenti o speciali. Ogni nostro lavoro viene eseguito con materiali testati “Oddy”. Inoltre curiamo l’ideazione e la creazione di montaggi e sistemi di fissaggio in metallo, plexiglas ecc. per oggetti d’arte seguendo le direttive di musei e restauratori responsabili. Offriamo servizio passepartout e incorniciatura quadri, nonché supporti per libri;
Infine ci occupiamo di assistenza e coordinazione logistica per traslochi di depositi d’arte, sistemi e materiali di deposito oggetti d’arte, piccoli trasporti d’arte.
D: Quanto è importante l’allestimento di una mostra o di un percorso museale per chi lo visita?
R: A mio parere l’importanza dell’allestimento è sempre alta. Bisogna cercare di sottolineare il valore degli oggetti attraverso un’interpretazione coerente, cercando di coagire con il sito della mostra. Nessuna mostra ha solo pezzi di spicco. Bisogna cercare di mantenere alto l’interesse del visitatore attraverso tutto il percorso dell’esposizione. Soddisfare la clientela a tal punto che la mostra venga consigliata anche a terzi è molto importante, soprattutto di questi tempi, dove non è facile coinvolgere il pubblico. Nelle mostre di grandi dimensioni, grazie a una scelta vasta di oggetti e una presentazione armonica (luce, colore, percorso architettura), si possono creare delle esperienze indimenticabili. Mentre nelle mostre permanenti la messa in scena professionale e studiata può offrire la possibilità che la gente torni ripetutamente a visitare l’esposizione.
D: Qual è la più grande difficoltà che avete avuto facendo il vostro lavoro di allestitori?
R: Innanzitutto i problemi esistono per essere risolti! Tuttavia anche nel nostro mestiere ce ne sono diversi. Ad esempio il modo diverso che i vari compartimenti di un museo hanno nell’affrontare certi progetti come l’allestimento di una mostra speciale oppure la nuova presentazione di una collezione o di un intero museo.
Fino a 10 anni fa curatori e responsabili di mostre volevano una presentazione “invisibile” degli oggetti d’arte. Al giorno d’oggi fortunatamente anche il montaggio fa parte della presentazione, quasi come se si volesse sottolineare e rendere visibile l’aspetto di sicurezza;
La cosa più difficile, ma allo stesso tempo anche la più bella del nostro lavoro, è trovare un compromesso tra i seguenti 3 fattori:
- il restauratore. Non vorrebbe che nessuno, noi compresi, toccasse o muovesse le opere d’arte per non danneggiarle;
- l’architetto che ha progettatore la mostra. Vorrebbe una messa in scena spettacolare, in cui le opere dovrebbero “volare”;
- la direzione e il management del museo. Desiderano un allestimento formidabile e allo stesso tempo economico;
riuscire a trovare una soluzione coerente con queste esigenze e che allo stesso tempo garantisca la sicurezza e la preservazione degli oggetti messi in mostra è la nostra sfida. Purtroppo oggigiorno nel nostro settore ci sono molte persone/ditte che, con prezzi da discount e poche o nessuna conoscenza dei materiali, compromettono il lavoro di qualità nonché la sicurezza e l’incolumità delle opere d’arte.
D: Quali sono gli allestimenti a cui tenete di più, quelli che vi hanno dato maggiori soddisfazioni?
R: Beh sono davvero tanti gli allestimenti che abbiamo realizzato e la scelta è davvero difficile. Di sicuro tra quelli a cui siamo più legati ci sono i lavori realizzati per conto del Museo delle belle arti (KHM) Vienna. Tra questi ricordiamo sempre con piacere il riallestimento della collezione egizia, quello della collezione antichità (composta da quasi 2.200 oggetti) e della galleria dei dipinti.
Mentre per quanto riguarda le mostre senza dubbio ci piacciono la mostra “Breughel-Breughel” (1998), e quelle dedicate a “Parmigianino” (2003) e a Giorgione. Ma ce ne sono molte altre che abbiamo realizzato negli anni ed elencarle tutte sarebbe troppo lungo.
Un altro museo che c’è rimasto nel cuore è il Museumscenter Kunsthalle Leoben (Austria), col quel abbiamo collaborato alla realizzazione di diverse mostre etnologiche, tra cui quelle dedicate a:
- Egitto
- Dschingis Khan
- Il mondo dell’oriente
- I Vikinghi
- Messico, Uomo e cosmo (Chac-Mool, Chichén Itza Yucatan, Maschera Pipistrello, Templo Mayor)
- L’oro della steppa
Altri musei con cui abbiamo avuto ottimi rapporti di collaborazione sono stati il Reiss-Engelhorn Museen di Mannheim, il Leopoldmuseum, Liechtensteinmuseum e l’Albertina (tutti e tre a Vienna), e il Museo e collezione Essl Klosterneuburg.
D: Allestire una mostra o un museo significa anche preservare le opere da possibili danni, quali sono i fattori che non si possono proprio ignorare per garantire la sicurezza del patrimonio?
R: Il fatto più importante è che ogni oggetto suggerisce di per sé il tipo di montaggio e la presentazione di cui ha bisogno. Questo ovviamente solo se si riesce a “leggere” le esigenze degli oggetti d’arte, spesso collaborando con i responsabili (che conoscono gli oggetti al meglio) e con i quali è indispensabile chiarire la presentazione e il montaggio che variano da caso in caso. È anche successo che abbiamo rifiutato di montare un oggetto in un certo modo perché non eravamo convinti della sicurezza dello stesso. Parlando con i responsabili e cercando assieme alternative fattibili, alla fine si trova sempre una soluzione adeguata, sopratutto per l’oggetto. Purtroppo ogni contatto, ogni spostamento di un oggetto d’arte comporta dei rischi; d’altrocanto nessun museo o galleria può esistere senza le sue mostre. Infine bisogna tenere conto che arte e cultura sono la coscienza dell’umanità e a mio parere difficilmente quantificabile in una polizza assicurativa.