Nato in Puglia nel 1956, ma trapiantato da anni a Bolzano, Salvatore Sciascia lavora come artigiano, illustratore e artista. La pittura su vetro è la tecnica da cui partono la sue sperimentazioni, che toccano diverse tecniche pittoriche. Mentre nel campo delle arti grafiche la sua tecnica prediletta è la xilografia. Nel corso della sua carriera ha illustrato anche un gran numero di libri per bambini, senza mai abbandonare la sua poetica.
Un’immaginario che attinge dalle favole per creare una realtà che ha molto in comune con il mondo magico delle favole. Un universo fantastico, estraneo alle forme della vita quotidiana a cui siamo abituati dalla routine di tutti i giorni.
D: Nelle biografie di molti artisti si raccontano spesso quei momenti che gli inglesi chiamano defining, ovvero i momenti determinanti nella vita di una persona. Ne ha mai avuto uno che le ha fatto capire di poter diventare un artista? Oppure lei ha capito che poteva fare del suo talento una ragione di vita mentre stava intraprendendo un percorso?
R: Fare arte è dare alla vita un senso per questo motivo mi sono appassionato al mio lavoro fin dal principio.
D: Quanto è stata importante e che peso ha avuto nella sua carriera la formazione che ha ricevuto?
R: Tutte le formazioni sono importanti nel modo in cui esse vengono usate nel processo creativo in quanto determinano la scelta di un percorso stilistico.
D: Per la sua esperienza, e dal punto di vista del carattere, quali sono le caratteristiche che non dovrebbero mancare mai a una persona che decide di incamminarsi sulla strada dell’arte?
R:Curiosità e costanza.
D: Quali sono le tre cose che più l’affascinano del mondo e del sistema dell’arte?
R: Comunicazione lavoro e cultura.
D: E quali, invece, sono le tre cose che proprio non riesce a sopportare?
R: Noia noia noia.
D: Cosa consiglia a un artista emergente che cerca di fare del proprio talento la sua vita?
R: Nessun consiglio particolare se non quello di seguire la propria passione.